sabato 27 dicembre 2014

San Pietro in Vincoli

A pochi minuti a piedi dal Bed and breakfast Maior troviamo San Pietro in Vincoli.
Via Cavour:  partendo dai Fori, verso la metà, sulla destra, si incontra la ripida scalinata di via San Francesco di Paola. Una scalinata stretta e umida. Ma giunti alla sommità ci aspetta una sorpresa: la tranquilla piazza di San Pietro in Vincoli, dominata dalla facciata cinquecentesca della omonima chiesa.
La chiesa venne fondata nel V secolo dalla imperatrice Eudossia, per dare degna custodia a una preziosa reliquia: la catena che avrebbe stretto  il corpo di San  Pietro, prigioniero a Gerusalemme. L’edificio fu ricostruito nell’ VIII secolo;  ulteriori interventi avvennero nel  500 (la facciata e il portico) e nel 700 (l’interno). La reliquia non cambiò mai luogo; ancora oggi viene conservata sotto l’altar maggiore, e viene esposta ai fedeli il primo agosto di ogni anno.
Tuttavia, non è la catena di San Pietro ad avere reso celebre questa chiesa. Dal 1545, nel transetto di destra, si può ammirare uno dei capolavori dell’arte cinquecentesca, il Mosè di Michelangelo.
La statua fu scolpita nel 1513, per ornare il monumento funebre che Giulio II aveva commissionato al Buonarroti.  L’artista aveva progettato un complesso architettonico e scultoreo grandioso, ma aveva dovuto sospenderne  l’esecuzione, in quanto l’interesse del papa era indirizzato tutto alla ricostruzione della basilica di San Pietro. L’idea del mausoleo sembrava accantonata. Per Michelangelo fu una delusione, un dolore che lo portò a definire la vicenda “la tragedia della sepoltura”.
La scultura, abbandonata ogni idea di grandiosità architettonica, fu terminata dopo la morte di Giulio II.
La figura del profeta, disceso dal Sinai con le Tavole della Legge, è maestosa e terribile: egli trova gli israeliti intenti ad adorare un  vitello d’oro.  Le vene e i muscoli risaltano come se tutta la statua palpitasse sotto l’impulso dell’ira; il viso esprime la solennità e il furore.

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